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Secondo una recente ricerca, circa il 70% dei detenuti nelle carceri italiane soffre di almeno una patologia.
La condizione di isolamento e di restrizione che costringe i reclusi contribuisce ad ostacolare pesantemente il loro diritto ad essere curati. Per questo motivo, la Telemedicina e il Teleconsulto potrebero rivelarsi fondamentali nel facilitare la comunicazione tra il malato e il Medico e nel raggiungere il maggior numero di pazienti in poco tempo. Si rivelerebbero inoltre efficaci nell'abbattere le barriere geografiche, poiché molti istituti penitenziari si trovano lontano dagli ospedali.
Dall'indagine sono emersi numeri preoccupanti, che aiutano ad esemplificare il quadro clinico dei carcerati: il 70% fuma, più del 40% soffre di malattie psichiatriche, l'11,5% di malattie infettive, il 14,5% di patologie dell'apparato gastrointestinale, mentre il 45% è obeso o in sovrappeso. In aggiunta, circa il 53% è a rischio suicidio.
Nonostante il progresso e le conquiste raggiunte negli ultimi decenni, le prigioni italiane sono purtroppo caratterizzate da un'arretratezza di tipo informatico. Le altre carenze sono da ricercarsi nella lentezza dei procedimenti legati all'erogazione delle prestazioni, l'inefficace organizzazione del denaro da utilizzare per le spese sanitarie, la discontinuità connessa alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura.