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Scadono come la lavatrice o il frigorifero: anche le protesi ortopediche che ci consentono di recuperare una funzione articolare compromessa, come correre, saltare o salire le scale, definita nel 2007 da Lancet “l’intervento del secolo”, non durano per sempre e nel tempo vanno incontro alla necessità di un “tagliando”.
Una domanda in crescita esponenziale negli Stati Uniti che vale anche per l’Italia, per l’aumento progressivo di pazienti che vivranno più a lungo delle loro protesi, che hanno una durata media di circa 20 anni, a causa del dilatarsi dell’aspettativa di vita e dell’incremento di giovani, al di sotto dei 60 anni, che chiedono di sottoporsi a questo intervento. Si stima che ogni anno siano 20mila le protesi in “scadenza”.
Per fare il punto e affrontare questa emergenza, si riuniscono oggi a Verona, fino all’8 marzo, i maggiori esperti per il nono congresso dell’Associazione Italiana di Riprotesizzazione, organizzato dal Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’IRCCS di Negrar.
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