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I cosiddetti "dispositivi indossabili" (wearable) sono diventati per alcuni strumenti indispensabili, grazie alla loro capacità di svolgere molteplici funzioni - contapassi, monitoraggio del battito cardiaco, rilevazione del movimento, ecc. Anche la biomedicina ne sta traendo grossi vantaggi, perché facilitata a trattare le patologie e a migliorare le diagnosi.
Hanno la prerogativa di essere interfacciabili con gli smartphone tramite wireless e sono spesso dotati di sensori NFC (Near Field Communication), che permette la connessione senza alcun contatto.
Alcuni ricercatori dell'Università di Singapore, ispirandosi al metodo NFC, hanno realizzato un sistema innovativo per tenere sotto controllo le ferite, soprattutto quelle croniche. Dato che, attualmente, le tecnologie volte ad intercettare subito i patogeni sono carenti e caratterizzate da prolungate attese circa il risultato, si è sentita l'esigenza di tutelare il paziente e proteggerlo dalle infezioni, che possono essergli fatali se non curate in tempo.
Sono così riusciti a progettare un sensore applicabile direttamente sulla ferita, senza l'uso di batterie o cavi. E' stato chiamato WINDOW (Wireless Infection Detection On Wounds) ed è composto da un sensore e un idrogel formato da una rete di filamenti di DNA, oltre che da un polimero a base di glicole polietilenico. WINDOW può essere unito ad altri tipi di sensori, come quelli che misurano il pH o la temperatura, al fine di constatare in maniera ottimale lo stato della ferita.